L' Impresa della Cestistica e del popolo sanseverese




Da alcuni giorni è terminata qui a San severo una fase, quella sportiva, che è risultata essere importante per l’intera comunità locale.

Sarebbe giusto focalizzare l’attenzione sui fatti accaduti che hanno reso alle cronache nazionali una San Severo nelle vesti inedite perché abituati spesso a vederla balzare all’ onore delle cronache per episodi non certo edificanti.

Eppure sempre controtendenti, qualcuno, ha avuto la capacità cervellotica di far prevalere, dalle gesta sportive dei sanseveresi, solo comportamenti sbagliati ed inaccettabili.

La fase preparatoria del grande evento, tenutosi al Pala Bolgia, sarebbe opportuno battezzarlo con questo termine da ora in poi, è stata caratterizzata, dagli addetti ai lavori, da un impegno serioso rendendo i momenti della vigilia irreali e facendo auspicare a noi tutti tifosi una due giorni irripetibile per la storia della nostra Cestistica.

Non riuscirei a rendere a parole l’atmosfera che si era creata e pensandoci, mentre vi scrivo, tornano alla mente minuto dopo minuto tutte la fasi della partita: dall’ accoglienza avuta per gli ospiti accompagnata dal pezzo “ venite a ballare in puglia di Caparezza” al momento top della squadra che collezionava, con il tempo per me rimasto fermo, grandi giocate e con dei parziali a nostro favore impensabili per una squadra, quella ospite, che fino a poco tempo fa protagonista sui parquet di gioco che hanno fatto la storia della pallacanestro italiana.

Io che ho sempre mostrato un attaccamento alla mie origini e di avere quella fierezza di esserlo, sanseverese, mi domando se potevano queste cose non rendermi ancora più fiero della mia città.

Questa fierezza, mio malgrado, a volte non viene condivisa dai miei concittadini sempre li pronti a sferrare critiche gratuite, tra l’altro, quasi sempre senza una cognizione di causa.

Provate ad immergervi solo per un attimo in una dimensione tutta nuova per il centro dell’ Alto Tavoliere cioè quella in cui tutto risulta essere perfetto, funzionante e con un clima irreale.

Tutto poi accompagnato dagli elogi di una piazza, quella bolognese, sbalordita di fronte al paradisiaco Pala Castellana.

Non vi sembrano questi, allora, momenti unici che difficilmente si ripeteranno per delle realtà piccole come la nostra? Io potrò dire assieme ai quattromila sostenitori di esserci arrivato all’ appuntamento con la storia e forse tutti, in quelle ore, abbiamo anche provato ad immaginare per un futuro prossimo una squadra capace di regalarci altre imprese simili.

I dieci leoni, di cui posso solo provare un rispetto per la compostezza avuta durante l’intero anno e per una dedizione al loro lavoro, sono riusciti con la loro semplicità a riempire di emozioni il nostro cuore, riuscendo a distogliere le nostre attenzioni dalle difficoltà quotidiane.

Sono questi i messaggi che lo sport locale dovrà nei prossimi anni, prendendo spunto da questa squadra, dare all’intera collettività e noi cittadini, appassionati, sapremo essere li presenti, nel nostro Palazzo, sapendo che ogni partita sarà ricordata da tutti come un’ impresa eroica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sposo in pieno la tua opinione, grazie allo sport e a poche altre cose, si parla nel bene del nostro paese.