LETTERA APERTA AL FUTURO SINDACO, CANDIDATO DELLA COALIZIONE BENE COMUNE



Gentile Sindaco
Sono un suo concittadino che ama la nostra città, vorrebbe tanto che funzionasse e che Lei, assieme ai suoi Uomini, riuscisse ad attuare seriamente una serie di cambiamenti.

Vedo con piacere che Lei come me e tanti altri giovani, utilizza il social network per relazionare e diffondere il suo pensiero e le sue proposte.Condivido la sua scelta di utilizzare questo strumento potentissimo, lo considero il veicolo più interessante per far crescere il proprio consenso e per un confronto diretto soprattutto con il mondo dei giovani.

Colgo l’occasione per augurarle sinceramente tutta la fortuna ed il meglio per questa nuova avventura e per chiederle di tener ben presente come unico obiettivo da perseguire l’interesse della collettività.

Le rivolgo un appello a prescindere dal colore politico che io possa avere, cioè quello di essere più sensibile in materia di politiche sociali rispetto alle precedenti amministrazioni rivolgendo più attenzioni alle fasce deboli della nostra Comunità, e di centrare a pieno quali possano essere le soluzioni economiche e sociali per un rilancio delle nostre, seppur martoriate, economie locali.

Sono certo che tutto questo, a causa di una depressione e di una congiuntura economica che va oltre il confine nazionale, è di difficile attuazione, ma il mio pensiero va oltre questa crisi giacchè penso che comunque essa dovrà terminare basandosi su regole fondamentali dell’ economia.

E quindi prefiggiamoci per gli anni a venire di porre seriamente i presupposti per uno slancio, scuotendo finalmente le coscienze.

Tutto questo è difficile ma non impossibile. Si dovrà focalizzare l’attenzione su ciò che di buono ed interessante potranno dare i nostri cittadini e rimarcare quelle che sono le peculiarità della nostra amata San Severo.

La speranza è quella di scuotere le coscienze di tutti, generando una rivalutazione delle tradizioni, dei prodotti agricoli e delle menti eccelse presenti su questo territorio.

Nei tempi in cui viviamo è difficile pensare che la politica fatta finora possa essere la ricetta giusta per centrare gli obiettivi, che i giochi di poltrone riescano a dare slanci positivi alle nostre coscienze, già scosse dagli scandali che da decenni la nostra classe dirigenziale riesce a collezionare; per cui la supplico per tempo di svincolarsi da questo modo di utilizzare la Cosa Pubblica rivoluzionando, nel piccolo si intende, il suo modo di concepire la politica e vedrà che il consenso cittadino non tarderà ad arrivare.

Bisognerebbe prima di tutto sedersi al tavolo con le parti produttive sia culturali sia economiche, rimarcando gli obbiettivi da raggiungere, step by step, individuando quindi i punti di forza per il rilancio del territorio, come la nostra economia agricola, la trasformazione del prodotto, l’artigianato, il commercio e, perché no, il turismo che potrebbe decollare se si potessero individuare precisi piani di marketing.

E’ calzante l’esempio del vicino Salento, anch’esso un tempo condizionato dai propri limiti, è riuscito grazie anche alla tenacia di una classe politica di gran valore e di sicuro superiore alla nostra a rilanciare la propria immagine in modo vincente con lo scopo di far comprendere politiche sociali ed economiche al grande pubblico.

In quasi tutte le precedenti campagne elettorali, i nostri candidati sindaci si impegnavano in imprese nobili per la Svolta del nostro paese, imprese che puntualmente si mostravano demagogiche quando invece sarebbe stato determinante riuscire a muoversi in controtendenza, arrivando a dare alla cittadinanza un’ impronta riformatrice della macchina amministrativa.

Sfiduciati, si ha come l’impressione che non cambierà mai nulla e che dal politico locale non arriveranno mai provvedimenti coraggiosi se non azioni mirate alla realizzazione dei propri interessi, di quelli degli amici ed in questo clima da prima Repubblica non si potrà pensare di debellare definitivamente ciò che il noto scrittore Stella definisce “La Casta”, vocabolo entrato di diritto nel costume e nella lingua italiana.

Il denaro speso per consulenze poteva essere impiegato per far conoscere alle popolazioni limitrofe e non, con una vasta campagna pubblicitaria, il nostro territorio, i nostri prodotti, le nostre tradizioni, di modo che l’indotto locale ne avrebbe davvero beneficiato senza creare false aspettative e assistenzialismo alle fasce più povere.

Per non parlare dei nostri e tenaci imprenditori che si sentiranno oramai sempre più abbandonati dalle istituzioni e solo con la loro forza, con il loro coraggio e spirito intraprendente operano tra mille difficoltà.

Tutto ciò servirà per il futuro alle istituzioni locali, con l’impegno dei cittadini, a mediare, sedersi al loro fianco e farsi trovare pronti veramente nelle sfide del futuro.

Necessariamente bisognerà assumere un atteggiamento propositivo, stimolando anche uno sviluppo tecnologico; l’insieme di questi ingredienti potrebbe creare un cocktail vincente per le sfide dei prossimi anni, relative soprattutto ai paesi agguerriti dislocati nel bacino del mediterraneo.

Bisognerebbe formare i giovani al fine di recuperare e rivalutare il proprio territorio creando partnership tra le aziende operanti nel settore dell’agricoltura e gli Istituti di formazione, creando un contesto rassicurante, produttivo ed evoluto.

A mezzo della formazione universitaria si potrebbe creare una classe di consulenti aziendali, capaci di intercettare fette di mercato più ampie e di vendere i nostri prodotti nell’intera penisola e all’estero. Signori siamo nell’era della grande rete, asserviamola ai nostri scopi!

Il web marketing impressiona se si pensa a come può interagire con un bacino potenziale di clienti dislocati nei quattro angoli del pianeta e, grazie al nostro marchio del Made in Italy, sarà ancora più semplice.

Dobbiamo capacitarci che l’unica alternativa di sicuro impatto e di immediato riscontro sarà quella di iniziare a pensare in questi termini.

I mass media che nelle realtà di un tempo erano ostili ad ogni forma di sviluppo, vedi le città dell’Abruzzo ed alcune zone ad alto tasso di povertà come il Friuli Venezia Giulia sono riusciti a fare miracoli.

L’economia locale di quei posti sorretta ovviamente da azioni di governo rivolte allo sviluppo di piccole e medie imprese è stata fiore all’occhiello ed esempio per il mondo intero fino a qualche anno fa.

Con i media, con azioni di marketing di prodotti tipici in queste realtà si è riusciti a centrare traguardi di sicuro interesse non per il singolo ma per le intere collettività.

Noi per fortuna non abbiamo nulla da invidiare, siamo stati capaci nei nostri secoli a dare un contributo positivo alla nostra Italia con uomini di indiscusso valore, con testimonianze artistiche ed architettoniche che sono sotto gli occhi di tutti.

Signor Sindaco, dando uno sguardo alla parte artistica ed architettonica del nostro paese, noi possiamo fregiarci di costruzioni barocche di raro pregio, che danno alla cittadinanza un primato indiscusso nel contesto regionale e non solo.

Rilanciamo la nostra terra che un tempo era considerata la “piccola America” e non solo, il “granaio d’Europa”, la “conga d’oro” e “la cantina d’Europa”.

Sognando penso ad una città ideale che primeggi nel settore della trasformazione dei prodotti primari su larga scala, che abbia un’ intensa attività culturale e teatrale e una maggiore sicurezza; una città dove al primo posto ci sia la qualità della vita, con più spazi verdi al posto delle volumetrie edilizie e alberi al posto dei tabelloni pubblicitari che ormai hanno invaso la città ovunque.












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